Dopo avere accennato, nel mese di Ottobre, all’Omelia sulla Carità tenuta da Padre Luigi Scrosoppi nel Luglio del 1830, ora la proponiamo in una versione attualizzata per una maggiore comprensione.
“Amate il prossimo come Gesù amò voi, perché nel nostro prossimo c’è l’immagine di Dio.
Il vostro amore non si limiti ai familiari e agli amici ma sia universale come fu quello di Cristo.
Gesù ha amato tutti; passava per i villaggi e per le città facendo del bene a tutti, invitava tutti a sé per dare ristoro e sollievo.
Venite a me tutti voi che siete stanchi ed oppressi, e io vi darò riposo.
Vede la folla bisognosa di cibo, si muove a compassione e dona il cibo a tutti.
Diceva di essere venuto per salvare tutti e poveri e ricchi, grandi e piccoli, buoni e cattivi.
Così deve essere la nostra carità: deve amare tutti, non escludere nessuno.
Alcuni fanno fatica ad amare i poveretti o quelli che li hanno offesi ma non è forse vero che in essi troviamo Dio?
Se voi vedete un Crocifisso d’oro ed uno di legno, a quale dei due vi inchinerete con venerazione? Voi dite: a entrambi, poiché tutti e due sono immagini di Cristo.
Alcuni sono immagine di Dio vestita d’oro, d’argento, di facoltà, di ricchezze; altri sono immagine di Dio vestita di povertà e di limiti, ma tutti sono immagine di Dio per cui anche il più povero degli uomini deve essere da noi amato.
La carità deve guardare a Cristo che, offeso, perdonava e dava bene per male.
Giuda lo tradisce ed Egli lo chiama amico.
Pietro lo nega ed Egli lo guarda, lo accoglie e lo fa capo della Chiesa.
Il sole nasce pei buoni e pei cattivi, piove sopra i giusti e sopra gl’ingiusti, così noi cristiani dobbiamo portare amore a chi ci fa del bene ed anche a chi ci fa del male, a chi ci benefica ed a chi anche ci offende, a chi ci favorisce e a chi ci maltratta.
Possiamo difendere la nostra vita, le nostre cose, la nostra reputazione ma tutto si faccia da cristiani, senza odio, senza vendetta, senza prepotenza.
La carità riguarda tutti e non esclude nessuno.
La nostra carità verso il prossimo deve essere operativa.
Dobbiamo aiutare il fratello nei bisogni, consolarlo nelle afflizioni, soccorrerlo nelle avversità. Se il prossimo si trova in necessità estrema, la carità ci chiede di dargli aiuto privandoci anche dell’indispensabile, se fosse necessario”.